L’ALFABETO DEL MELANOMA - Mia Farmacia
Prevenzione 23 Maggio 2023

L’ALFABETO DEL MELANOMA

Attenzione alle scottature solari e fare prevenzione con il controllo dei nei

 

Il primo pericolo a cui possiamo esporre la nostra pelle è la scottatura solare che è da considerare come una vera e propria ustione, un evento da non sottovalutare e da prevenire seguendo alcune semplici regole come quella di evitare l’esposizione durante le ore centrali della giornata (dalle 11 alle 15), indossare cappello, maglietta e occhiali da sole (fotoprotezione) e utilizzare uno schermo solare (crema solare).

 

Un filtro solare efficace deve essere in grado di ridurre la quantità di raggi ultravioletti (Uv) che raggiunge la cute, attenuando in modo equilibrato tutte le componenti potenzialmente lesive dello spettro (UvA e UvB) e non deve contenere sostanze tossiche né sensibilizzanti.

 

Deve, inoltre, resistere al calore, al sudore e all’acqua per tempi ragionevoli.

 

 

SOLE E MELANOMA

 

La maggior parte dei carcinomi della pelle è causata dalle radiazioni solari.

 

Il melanoma ha origine da una alterazione dei melanociti, cellule dello strato profondo dell’epidermide, deputate alla produzione di melanina.

 

L’esposizione eccessiva al sole, e in particolare le scottature, sono considerati un fattore di rischio.

 

Specie se ripetute nel tempo, danneggiano il DNA delle cellule cutanee, causando un trauma che può, in seguito, innescare la trasformazione tumorale.

 

Le scottature durante l’infanzia e l’adolescenza possono, a distanza di anni, causare lo sviluppo di un melanoma.

 

Anche l’abbronzatura artificiale è fonte di raggi ultravioletti e può causare lo stesso danno del sole.

Lettini solari e lampade abbronzanti dovrebbero essere utilizzati con molta cautela, se non evitati in particolare dalle persone con la pelle molto chiara.

 

Altri fattori predisponenti al melanoma possono essere le carenze del sistema immunitario causate da trattamenti a base di chemioterapici, il colore chiaro della pelle e dei capelli, i nei e le lentiggini, ma anche le cause ereditarie dovute a famigliari colpiti dalla stessa malattia.

 

 

CONTROLLO DEI NEI

 

La diagnosi precoce è fondamentale.

Ciascun individuo può controllare l’evoluzione dei propri nei e individuare eventuali cambiamenti tempestivamente.

 

Inoltre, è bene sottoporsi fin dall’adolescenza a regolari visite mediche; nel caso di una pelle ove siano presenti molti nei, verrà eseguita una mappatura che permetta di confrontarne l’andamento nel tempo.

 

I melanomi cutanei possono originare da nei già presenti sulla pelle fin dalla nascita, oppure comparire durante il corso della vita.

 

QUANDO UN NEO DEVE DESTARE SOSPETTI?

 

Prima di tutto è necessario osservare la propria pelle periodicamente e notare eventuali nei, macchie e segni di nuova formazione.

 

E poi fare attenzione a ogni cambiamento nell’aspetto di un neo.

 

Per fare questo si fa uso di quella che viene chiamata la regola dell’alfabeto; le caratteristiche di un neo che possono indicare l’insorgenza di un melanoma sono infatti riassunte grazie alla sigla ABCDE (fonte: AIRC):

 

  • A come Asimmetria nella forma (un neo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un melanoma è più irregolare);
  • B come Bordi irregolari e indistinti;
  • C come Colore variabile (con sfumature diverse all’interno del neo stesso);
  • D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore;
  • E come Evoluzione del neo che, in un tempo piuttosto breve, mostra cambiamenti di aspetto.

 

Altri campanelli d’allarme che devono essere valutati da un medico sono un neo che sanguina, che prude o che è circondato da un nodulo o da un’area arrossata.

 

 

QUALI CONTROLLI FARE?

 

In caso di lesioni sospette, un primo controllo consiste nella dermatoscopia, cioè l’osservazione, da parte dello specialista con il microscopio a epiluminescenza, che permette di ingrandire e illuminare la lesione visualizzandone anche l’aspetto interno e di individuare i casi da sottoporre a una successiva biopsia.

 

Un melanoma cutaneo in fase iniziale viene rimosso chirurgicamente; oggi le terapie, anche per le fasi più avanzate, permettono risultati in termini di sopravvivenza impensabili solo alcuni anni fa.

 

Ma l’arma migliore resta la prevenzione, basata su una attenta esposizione al sole, sempre protetta dall’uso di creme solari e sui controlli medici annuali.

 

Il melanoma può raramente svilupparsi anche in altre parti del corpo, come le mucose della bocca, o quelle genitali, e risulta più difficile da diagnosticare, oppure sulle unghie con la comparsa di striature verticali di colore scuro.

 

Un segnale da portare al più presto all’attenzione del dermatologo.

 

 

UVA E UVB

 

Quel che fanno gli UvA è danneggiare le strutture molecolari delle cellule, in particolare quelle del DNA, cosa che a sua volta provoca la produzione di diverse proteine, a cominciare dalle prostaglandine.

 

Queste sono i principali mediatori delle infiammazioni, e alla loro azione si devono i sintomi quali gonfiore (dovuto alla dilatazione dei vasi sanguigni) arrossamento e dolore.

 

A seconda della gravità del danno inflitto al DNA, la cellula può anche andare incontro alla morte, il che spiega come mai la scottatura determini quasi sempre l’esfoliazione della pelle.

 

Ovviamente esistono meccanismi di riparazione cellulare, ma quando questi sono insufficienti è un bene che la cellula muoia. Se sopravvive, infatti, può degenerare in cellula precancerosa o cancerosa.

 

Ecco perché tra i rischi legati all’overdose da tintarella svettano i tumori della pelle.

Un pericolo che per gli under 65 aumenta del 20% ma anche gli adolescenti e le persone con la pelle sensibile sono a rischio.

 

 

LA FOTOPROTEZIONE

 

I prodotti per la protezione solare vanno applicati in dose adeguata (2 mg/cm2) e in modo uniforme su tutte le zone di cute scoperta prima dell’esposizione al sole (anche involontaria e non finalizzata all’abbronzatura).

 

La crema o la lozione va, quindi, riapplicata ogni due ore e dopo ogni bagno in mare o piscina.

 

A prescindere dal prodotto scelto, i tempi dell’esposizione devono essere aumentati progressivamente, a partire da un massimo di 20-30 minuti nei primi giorni.

 

 

PROTEGGERE I BAMBINI

 

I bambini piccoli fino almeno a sei mesi di vita non andrebbero esposti al sole, nemmeno in città.

La loro pelle è infatti ancora troppo vulnerabile e lo sviluppo della melanina non è completo.

 

Sono le indicazioni dell’Intergruppo Melanoma Italiano (IMI) che sconsiglia del tutto di portare i bambini in spiaggia, anche se riparati dall’ombrellone.

 

Tra 6 mesi e 3 anni possono essere esposti, solo nelle fasce di mattina presto e tardo pomeriggio, e con una adeguata protezione solare, con un fattore di protezione pari a 50.

Non bisogna inoltre dimenticare cappellino e occhiali da sole in grado di schermare il 99% dei raggi UVA e UVB.

Le scottature solari in età pediatrica, infatti, aumentano il rischio di sviluppare melanoma in futuro, in particolare per chi ha la pelle molto chiara.

 

Dopo i 3 anni, utilizzare creme ad alta protezione, anche in funzione del tipo di pelle; in ogni caso mai inferiore a 30.

Ricordare anche che la crema dovrebbe essere applicata almeno 20 minuti prima di esporsi al sole, l’ideale è prima di uscire di casa, e poi almeno ogni due ore.

 

Regole che restano valide anche per i più grandi e gli adulti.

Possono essere di aiuto in alcune fasi o per particolari situazioni, anche gli indumenti appositamente confezionati con tessuti protettivi dai raggi solari.

Sono riconoscibili dalla sigla UPF 15/30/50 riportata in etichetta.

 

(fonte: Società Italiana di Pediatria)

 

 

SCOTTATURE SOLARI: LE CAUSE

 

Alcuni fattori possono potenziare l’effetto dannoso dei raggi UV:

  • il fototipo (sono particolarmente sensibili le persone con i capelli biondi o rossi, la pelle chiara e gli occhi azzurri),
  • l’esposizione di particolari zone del corpo (come gli occhi, il naso e le labbra),
  • l’età (i bambini e gli anziani sono più a rischio degli adulti)
  • l’ora del giorno in cui ci si espone al sole (l’orario tra le 11 e le 15 è il più pericoloso, soprattutto se sono presenti superfici riflettenti la luce, come neve, specchi d’acqua e sabbia).

 

 

di Stefania Cifani

 

 

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