TUMORE AL POLMONE - Mia Farmacia
Prevenzione 24 Ottobre 2022

TUMORE AL POLMONE

Una diagnosi precoce può salvare la vita

 

Uno screening in grado di individuare il tumore al polmone in fase precoce, come già accade per il tumore al seno.

Un obiettivo che oggi è realizzabile grazie all’avvento di un esame innovativo, la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio (Low-Dose Computed Tomography, LDCT).

Questo approccio permette di individuare anche tumori di dimensioni molto piccole, che possono essere trattati chirurgicamente in modo non invasivo, e di migliorare la prognosi facilitando il recupero funzionale del paziente.

L’esame è semplice, non comporta l’utilizzo del mezzo di contrasto e la sua esecuzione richiede solo qualche decina di secondi.

Lo strumento può essere utilizzato anche per la diagnosi precoce di malattie collegate al tabagismo, come la BPCO e le cardiopatie.

 

DIAGNOSI PRECOCE

Il tumore del polmone viene diagnosticato, nella maggioranza dei casi, quando è ormai in fase avanzata, con una aspettativa di vita che, nonostante i progressi delle terapie farmacologiche, resta molto limitata.

Oggi, infatti solo un caso di tumore polmonare su quattro viene diagnosticato in fase iniziale; con questo mezzo diagnostico sarebbe possibile aumentare il numero di diagnosi in fase precoce fino al 60%.

È stato stimato che gli individui candidabili allo screening siano pari a 600-800 mila, e che la diffusione della TAC a basso dosaggio potrebbe ridurre la mortalità, nei fumatori, nella misura del 25%, che si potrebbe tradurre nell’evitamento di almeno 5.000 decessi ogni anno, in Italia.

L’esame, che al momento non è inserito tra quelli rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, è rivolto agli individui a maggior rischio, in particolare i forti fumatori (almeno un pacchetto di sigarette al giorno) e a coloro che abbiano smesso di fumare da meno di 15 anni.

 

IL TUMORE AL POLMONE

È una delle principali cause di mortalità per patologie oncologiche in Italia; nel 2021 sono stati registrati 34.000 decessi; circa il 60% di questi riguarda i forti fumatori.

Contrariamente a quanto accade per la maggior parte delle neoplasie, per questo tumore è stato individuato il più importante fattore di rischio, ossia il fumo di sigaretta, responsabile di 8-9 casi su 10.

Il rischio per un fumatore aumenta di circa 14 volte rispetto a un non fumatore, e fino a 20 volte se si fumano più di 20 sigarette al giorno.

Non conta solo il numero di sigarette fumate, ma anche la quantità di tempo in cui si è fumato: chi inizia a fumare in giovane età un pacchetto al giorno e prosegue per il resto della vita, ha un rischio di ammalarsi superiore rispetto a chi, comunque esposto ad altissimo rischio, fuma due pacchetti al giorno ma per un tempo più breve.

Anche per questo legame con il fumo, negli ultimi anni il numero di nuovi casi in un anno è diminuito negli uomini, ma cresciuto in modo significativo nelle donne, dove il tabagismo è sensibilmente aumentato rispetto al passato.

Il fumo di tabacco non è l’unico fattore di rischio associato al tumore al polmone: sono importanti anche l’esposizione professionale ad agenti come polvere di silice, amianto, arsenico, cromo, radon, nickel e fumi di cucina, e l’inquinamento atmosferico.

Tutti aumentano il rischio di sviluppare questo tipo di tumore, potenziato dalla concomitante presenza del fumo di tabacco.

Anche l’avanzare dell’età, in particolare a partire dai 65 anni in avanti, rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia.

Lo sviluppo del tumore polmonare è per lo più asintomatico, ma esistono anche dei sintomi precoci, comuni peraltro ad altre patologie polmonari, che in ogni caso è bene non trascurare e che potrebbero essere la spia della malattia:

  • difficoltà respiratoria
  • tosse persistente
  • perdita di sangue a seguito di tosse
  • senso oppressione toracica
  • perdita di peso non giustificata.

 

SMETTERE DI FUMARE, COME FARE?

Quello del fumo non è un vizio, né tantomeno una “brutta abitudine”. Si tratta di una vera e propria dipendenza, che, come tale, va affrontata.

Per qualcuno è possibile smettere di fumare senza aiuti esterni, ma per altri questo potrebbe risultare un’impresa impossibile.

Scoraggiarsi non serve, è opportuno invece chiedere aiuto alle figure a questo preposte.

Il percorso per smettere di fumare si avvale di consulenze psicologiche, terapie farmacologiche, a volte dell’uso di sigarette elettroniche.

La cosa migliore da fare è rivolgersi a uno dei Centri Antifumo distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Presso l’Istituto Superiore di Sanità è stato attivato il Telefono Verde contro il Fumo (800 554088), servizio di counselling telefonico, anonimo e gratuito, attraverso il quale un’équipe di esperti e psicologi fornisce informazioni sul tabagismo e sulle problematiche a esso correlate, e indirizza verso la struttura più vicina.

Se hai dei dubbi chiedi al tuo farmacista, saprà aiutarti.

 

COSA SUCCEDE QUANDO SI SMETTE DI FUMARE?

Alcuni cambiamenti si verificano fin dai primi momenti, altri più avanti nel tempo:

  • entro 20 minuti la frequenza cardiaca e la pressione del sangue si riducono
  • entro 12 ore il livello di monossido di carbonio nel sangue diminuisce e torna a livelli normali.
  • entro 2-12 settimane la circolazione del sangue migliora così come le funzioni polmonari
  • entro 1-9 mesi diminuiscono la tosse e il respiro corto
  • entro un anno il rischio di infarto diventa la metà di quello di un fumatore.
  • entro 5-15 anni dopo il rischio di ictus diventa uguale a quello di un non fumatore
  • entro 10 anni il rischio di tumore ai polmoni diminuisce fino alla metà, e si riduce anche il rischio di tumori alla bocca, alla gola, all’esofago, alla vescica, alla cervice uterina e al pancreas
  • entro 15 anni il rischio di infarto diventa uguale a quello di un non fumatore.

Inoltre, smettere di fumare fa guadagnare anni di vita:

  • a 30 anni si guadagnano almeno 10 anni di vita attesa
  • a 40 anni si guadagnano 9 anni di vita attesa
  • a 50 anni si guadagnano 6 anni di vita attesa
  • a 60 anni si guadagnano 3 anni di vita attesa.

(fonte: Ministero della Salute)

di Marina Franceschi

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