ALLENARE LA MENTE - Mia Farmacia
Medicina 05 Settembre 2022

ALLENARE LA MENTE

Tanti piccoli accorgimenti per mantenere attivo il cervello a tutte le età

 

Con il passare degli anni, oltre al fisico, anche il cervello inizia a “perdere colpi”.

 

Aumenta inoltre il rischio di incorrere in alcune patologie neurologiche più frequenti nella terza età, come la demenza e l’Alzheimer.

 

La scienza medica studia questi processi da tempo.

Ora si conoscono certi meccanismi meglio di una volta, ma c’è ancora molto da scoprire.

 

L’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha steso alcune raccomandazioni preziose per aiutare ad allontanare il più possibile il decadimento fisico e mentale.

 

Ad esempio, per ridurre anche il rischio di demenza bisogna praticare un’attività fisica costante, evitare il fumo e l’abuso di sostanze alcoliche, monitorare il proprio peso, seguendo una dieta sana ed equilibrata.

Mantenere sotto controllo la pressione sanguigna, il colesterolo e i livelli di zuccheri nel sangue.

 

Si possono chiedere indicazioni al proprio medico e consigli al farmacista su come rispettare questi semplici ma importanti consigli.

 

ESERCIZIO FISICO

Diversi studi scientifici confermano che l’esercizio fisico fa bene anche al cervello e aiuta a mantenere una buona memoria.

 

Non c’è bisogno di sforzi fisici troppo impegnativi.

Anche yoga, taichi, jogging sono attività molto utili per stimolare il cervello e aiutare la memoria.

L’importante è essere costanti.

 

Anche le attività aerobiche, come bici, corsa o camminata a buon passo, aiutano la concentrazione, la memoria, la resistenza allo stress e la rapidità di pensiero.

Una conferma recente sui benefici del moto arriva dall’American Academy of Neurology: l’attività cardiorespiratoria regolare può ridurre del 33% il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer o forme di demenza correlata.

 

DORMIRE

Una mente “in forma” è una mente riposata.

Il sonno, oltre ad altri benefici, aiuta la memoria.

 

Bisogna dormire a sufficienza, le ore di sonno necessarie variano da persona a persona, ma in genere aumentano con l’età.

 

Ci sono alcune semplici strategie che favoriscono il buon sonno: come fissare l’obiettivo di dormire un determinato numero di ore (ad esempio sette ore a notte).

 

Anche il movimento aiuta a dormire meglio, quindi durante la giornata bisogna abituarsi a camminare o compiere altra attività fisica.

 

È molto utile poi imparare una tecnica di meditazione che aiuti a svuotare la mente prima di andare a dormire o abituarsi a praticarla se ci si risveglia di notte.

 

Cercare di stabilire una routine che concili l’arrivo del sonno: andare a letto alla stessa ora, dedicarsi a un’attività rilassante prima di andare a letto, no a programmi televisivi che possono creare ansia o paura.

 

Il profumo di lavanda ha un effetto rilassante e allora perché non spruzzare in camera da letto qualche goccia prima di coricarsi?

 

VITA SOCIALE E FAMILIARE

In certi momenti della vita, magari a causa di qualche avvenimento (un lutto, la fine dell’età lavorativa…) può succedere che si tenda a isolarsi e a passare molto tempo da soli.

 

Questa abitudine non va bene anche per il proprio equilibrio psico-emotivo.

È bene rinsaldare legami familiari, frequentare vecchi amici e conoscerne di nuovi.

 

Iscriversi a un circolo ricreativo, un’associazione culturale o di volontariato sono ottimi sistemi per fare nuove conoscenze.

 

ESERCIZI

Come il fisico, anche la mente ha bisogno di allenamento per allontanare il declino cognitivo.

La prima memoria a decadere è quella a breve termine, la facoltà cioè di ricordare eventi accaduti in tempi recenti.

 

Ci sono diversi espedienti per allenarsi, come prendere nota degli appuntamenti appena vengono fissati, completi di tutti i dettagli, magari utilizzando lo smartphone, controllare la lista degli impegni ogni giorno alla stessa ora, prendere abitudini da rispettare regolarmente, come lasciare gli occhiali e le chiavi sempre nello stesso posto.

 

È importante poi evitare di “indebolire” una funzione cognitiva essenziale come la capacità decisionale.

Ci sono diversi sistemi per allenarsi, come i giochi di enigmistica o il sudoku e le parole crociate.

Quando ci si accorge che si fa meno fatica, si può cambiare gioco o aumentare il livello di difficoltà.

 

È utile e divertente anche imparare qualcosa di nuovo, per stimolare il cervello.

Ad esempio, si può seguire (anche on line) un corso per apprendere qualcosa di interessante, magari un tema che si è trascurato in passato.

Può essere un corso di storia, di arte o di informatica, ognuno sceglie a seconda delle preferenze personali.

 

Gli scacchi sono poi perfetti per affinare le capacità cognitive e tenere a bada gli effetti fisiologici dell’invecchiamento.

Si può sempre imparare, anche senza diventare campioni senior! Meglio giocare dal vivo piuttosto che on line.

 

Trattandosi di un’attività in cui ci si sfida con un altro giocatore, averlo di fronte permette infatti di allenare anche le funzioni emotive del cervello.

Migliora l’empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro, capire cosa pensa e quali emozioni sperimenta.

 

E perfeziona anche il controllo emotivo, perché durante una partita tentiamo di nascondere i nostri ragionamenti e le nostre emozioni all’avversario.

 

Anche quei giochi di carte dove ci si confronta con altri giocatori e si elaborano strategie, sono un buono stimolo per la mente.

 

EXERGAME CONTRO L’ALZHEIMER

Studi recenti si sono concentrati sull’utilità dei videogiochi nel contrastare il declino cognitivo e i disturbi di comportamento nei pazienti con Alzheimer.

 

L’attenzione è puntata in particolare sugli “exergame”, una categoria specifica di giochi che richiedere il coinvolgimento attivo di tutto il corpo.

 

Il loro utilizzo aiuterebbe le capacità fisiche e mentali dei pazienti con gravi forme di demenza.

 

Con gli exergame i pazienti riescono a fare un doppio lavoro, perché esercitano sia la parte fisica che quella cognitiva.

 

Uno strumento utile per la riabilitazione.

Le patologie neurodegenerative, infatti, spesso sono un ostacolo alle attività fisiche, portando anche a un importante indebolimento del fisico.

 

di Alessandra Margreth

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