PROSTATA IN SALUTE
La prevenzione e lo stile di vita sono fondamentali per evitare l’insorgenza di un tumore
Uno stile di vita sano e controlli periodici dallo specialista.
Sono regole valide per prevenire o diminuire i rischi di insorgenza di diverse patologie.
E dunque indicazioni valide anche per la prevenzione o l’eventuale diagnosi precoce di un problema maschile, il tumore alla prostata, che è la neoplasia più frequente tra gli uomini, e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati negli over 50.
TENERSI IN FORMA
La prostata è una ghiandola localizzata nel basso tratto urinario al di sotto della vescica e intorno all’uretra.
Ha le dimensioni di una grande noce, ma il suo volume accresce lentamente con il passare degli anni.
Quest’organo ha la funzione di produrre il liquido che trasporta lo sperma.
A cosa fare attenzione per evitare problemi negli anni?
Una dieta poco bilanciata, l’obesità e la mancanza di esercizio fisico sono alcuni dei fattori che espongono gli uomini a un pericolo maggiore di insorgenza di questo tumore.
Per ridurre il rischio ci sono regole comportamentali che si possono seguire facilmente nella vita di tutti i giorni: aumentare il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e ridurre quello di carne rossa, soprattutto se grassa o troppo cotta e quello di cibi ricchi di grassi saturi.
Attenzione alla bilancia.
È buona regola mantenere il peso nella norma.
Anche i chili in eccesso espongono gli uomini a un rischio maggiore.
Inoltre, ci si deve tenere in forma facendo attività fisica: è sufficiente mezz’ora al giorno, anche solo di camminata a passo sostenuto per una forma fisica soddisfacente.
CONTROLLI PERIODICI
Per le donne l’appuntamento dal ginecologo è una pratica abituale, mentre per gli uomini recarsi dall’urologo è un’esperienza ancora poco diffusa.
Ma è importante imparare a segnare in agenda questo appuntamento.
L’urologo saprà indicare quando sottoporsi agli esami di accertamento.
Se ci sono casi di tumore prostatico in famiglia, lo specialista può decidere di anticipare l’età o la frequenza dei controlli rispetto a chi non ha casi di familiarità.
I controlli periodici servono a conoscere il proprio stato di salute.
La pandemia da coronavirus ha influenzato in modo importante i livelli di assistenza per i pazienti.
Le strutture sanitarie, nei momenti di fase più acuta dell’emergenza Covid-19, sono stati costretti a ridurre drasticamente i trattamenti chirurgici, farmacologici e radioterapici anche nel caso di tumori alla prostata.
Ora la situazione è decisamente migliorata.
Tuttavia, gli specialisti della Società Italiana di Urologia Oncologica, notano che c’è ancora diffidenza da parte di alcuni pazienti a recarsi negli ambulatori per esami e cure.
È invece importante affidarsi a questi medici altamente specializzati.
Oggi la situazione nelle strutture sanitarie è decisamente migliorata e, ricorda la Società Italiana di Urologia Oncologica, i rischi di contagio da coronavirus in ospedale sono quasi nulli.
E visite e terapie sono molto importanti per garantire diagnosi e trattamenti il più precoci possibile.
IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA
I controlli servono anche per parlare con l’urologo dell’ipertrofia prostatica e chiedere a quali sintomi prestare attenzione.
Questo problema è spesso causa di disagio per chi ne soffre.
L’ipertrofia prostatica benigna è un disturbo urologico molto comune negli uomini dopo i 50 anni.
Con il passare del tempo la prostata si ingrossa e l’uretra, di conseguenza, viene compressa e il flusso urinario ostruito, questo porta ad aumentare lo stimolo e la frequenza nell’urinare.
Un fastidio che incide sulla qualità di vita sia di giorno che nelle ore notturne.
Il paziente è infatti costretto ad alzarsi più volte la notte per andare in bagno (il fenomeno detto nicturia).
L’ipertrofia prostatica benigna non è un fattore di rischio per lo sviluppo di un tumore prostatico.
Ma è sempre necessario consultare il medico per chiarimenti ed eventuali approfondimenti.
Un’indagine svolta qualche tempo fa dalla Società Italiana di Urologia, ha rilevato che soffrire di alcune patologie porta a un maggiore rischio di ipertrofia prostatica benigna: la pressione alta aumenta la probabilità del 50%, il diabete la incrementa del 57%, colesterolo e trigliceridi alti del 37%.
Anche il sovrappeso e il fumo espongono gli uomini a un rischio maggiore di ingrossamento della prostata.
PIU’ PROTETTI CON LO SPORT
Lo sport, rivela una ricerca della Società Italiana di Urologia, risulta particolarmente protettivo proprio nei più giovani.
Le sane abitudini di vita hanno un impatto positivo su pressione, glicemia, colesterolo e anche sul benessere della prostata sulla salute sessuale.
Un’attività fisica regolare, soprattutto se moderata o intensa, riduce del 10% la probabilità di ammalarsi.
Nei giovani l’effetto protettivo dell’esercizio arriva fino al 40%: la pratica costante di uno sport prima degli ‘anta’, quindi, aiuta a mantenere la prostata sana più a lungo.
Una motivazione in più per seguire i buoni consigli?
Negli under 50 la presenza di una ipertrofia prostatica benigna raddoppia il rischio di disfunzione erettile.
QUALI CONTROLLI?
L’urologo può chiedere la misurazione del PSA (o antigene prostatico specifico).
Si tratta di una proteina prodotta normalmente dalla prostata. Il PSA è considerato un indicatore dello stato di salute di questa ghiandola, perché la sua produzione aumenta quando c’è qualcosa che non va.
I livelli di PSA si misurano con un semplice esame del sangue.
Questo enzima rilasciato dalla prostata nel sangue può innalzarsi per un’infiammazione della prostata, per l’ipertrofia prostatica benigna o in caso di tumore.
Visti i risultati dell’esame, e in seguito alla visita, l’urologo può prescrivere gli eventuali accertamenti, come ad esempio una risonanza magnetica o successivamente una biopsia prostatica.
IN CASO DI DIAGNOSI DI TUMORE?
Oggi sono disponibili molti tipi di trattamento per questa forma, ciascuno dei quali presenta benefici ed effetti collaterali specifici.
Lo specialista effettua un’attenta analisi delle caratteristiche del paziente e della malattia (basso, intermedio o alto rischio) e consiglia la strategia più adatta e personalizzata al singolo paziente.
I FATTORI DI RISCHIO
Oltre agli stili di vita scorretti, ci sono altri fattori di rischio per l’insorgenza di un tumore alla prostata.
Età – Più passa il tempo e maggiore è il rischio. Le possibilità di ammalarsi sono molto scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre sono diagnosticati in persone con più di 65 anni.
Familiarità – Un altro fattore di rischio è la familiarità: il rischio è pari al doppio per chi ha un parente stretto (padre, fratello eccetera) con questo tipo di tumore rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.
Genetica – Anche la presenza di mutazioni in alcuni geni come BRCA1 e BRCA2, già coinvolti nell’insorgenza di tumori di seno e ovaio, o del gene HPC1, può aumentare il rischio di cancro alla prostata.
Ormoni – La probabilità di ammalarsi potrebbe essere legata anche ad alti livelli di ormoni come il testosterone, ormone che favorisce la crescita delle cellule prostatiche, e l’ormone IGF1, simile all’insulina, ma che lavora sulla crescita delle cellule e non sul metabolismo degli zuccheri.
di Alessandra Margreth