ANSIA E INSONNIA - Mia Farmacia
Automedicazione 29 Marzo 2022

ANSIA E INSONNIA

Consigli e rimedi per due disturbi che spesso compaiono insieme

 

Il noto detto se sia nato prima l’uovo o la gallina può essere applicato anche a due disturbi che spesso compaiono insieme, sebbene sia difficile comprendere quando uno sia la causa della comparsa dell’altro.

Stiamo parlando dell’insonnia e dell’ansia, problematiche molto diffuse nella società moderna e collegate tra di loro, poiché chi è affetto da ansia spesso soffre d’insonnia e chi dorme poco o male di notte poi durante il giorno manifesta sonnolenza, malumore, nervosismo e ansia.

Numerosi sono i rimedi, specie quelli di origine naturale, che possono essere utilizzati per trattare tali disturbi, qualora non siano da considerarsi delle vere e proprie patologie che diventano di pertinenza esclusiva del medico.

 

L’ANSIA CHE NON VORRESTI

L’ansia è uno stato che in molti provano almeno una volta nell’arco della vita, mentre per altri rappresenta un vero e proprio disturbo che richiede l’intervento del medico.

Essa è caratterizzata da una sensazione di paura, sebbene da quest’ultima si distingua per la causa scatenante.

La paura è la reazione a un pericolo attuale, mentre l’ansia è la risposta a una minaccia sconosciuta o vaga.

Viene, inoltre, descritta da chi ne soffre come qualcosa di indeterminato che può essere in rapporto con un avvenimento reale, precedendolo con un’attesa penosa.

In fitoterapia esistono efficaci rimedi volti a placare questo sentimento angosciante e tra i più noti si possono menzionare la passiflora, la valeriana e il biancospino, da assumere da soli o in opportune associazioni.

La passiflora (Passiflora incarnata L.), pianta erbacea perenne, caratterizzata da fiori violacei dalla forma molto particolare che ricorda la Passione di Cristo da cui deriverebbe il nome, svolge un’efficace azione sedativa del sistema nervoso centrale.

Utile, pertanto, nelle forme ansiose associate ad angoscia, palpitazioni e nervosismo, trova anche impiego nell’insonnia come ipnoinducente e nei disturbi nervosi della menopausa, specie in associazione alla valeriana.

Del biancospino (Crataegus oxyacanta L.), in fitoterapia, si utilizzano gli estratti di foglie e fiori, che svolgono un’azione distensiva del sistema nervoso centrale, calmando l’ansia e l’angoscia e aiutando a ritrovare il sonno perduto.

Risulta, inoltre, utile nei disturbi ansiosi associati ad aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

La valeriana (Valeriana officinalis L.), tradizionale pianta ad attività sedativa che cresce spontanea nei luoghi montani freschi e umidi, trova impiego nelle manifestazioni di tipo ansioso caratterizzate da crisi di angoscia, tremori irritabilità, crampi addominali e cefalea.

In associazione alla melatonina, svolge la funzione di induttore del sonno.

A tal proposito, garantisce un sonno riposante, senza la comparsa di sonnolenza e diminuzione della vigilanza al risveglio.

Per un’azione distensiva e rilassante del sistema nervoso, la sera prima di coricarsi si consiglia l’assunzione di un cucchiaino di magnesio in polvere, sciolto in un bicchiere di acqua tiepida.

Il magnesio è disponibile in farmacia sotto forma di specifici sali oppure in compresse alla dose di circa 300 milligrammi giornalieri.

 

PER NON CONTARE LE PECORE

Trascorriamo circa un terzo della vita dormendo, sebbene oggi si stimi che il 50% degli italiani soffra di almeno un disturbo del sonno (difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, interruzione del sonno mattutino precoce).

Il sonno è vitale per l’uomo e svolge diverse funzioni tra le quali conservare l’integrità del sistema nervoso centrale, recuperare e fissare la memoria, conservare l’energia. 

La durata del sonno può variare da individuo a individuo e sono detti “corti dormitori” coloro che non dormono più di 4-5 ore per notte, mentre i “lunghi dormitori” riescono a trascorrere fino a 10 ore ad occhi chiusi.

Nel neonato il sonno dura mediamente 16 ore, distribuendosi in varia misura durante il giorno e la notte.

Se nell’adulto la durata media del sonno è di 7-8 ore, che si concentrano in un unico lungo periodo notturno, nell’anziano si riduce a circa sei ore, con un sonno superficiale, risveglio precoce al mattino e uno o più sonnellini diurni.

 

L’ORMONE DEL SONNO

Prodotta normalmente dalla ghiandola pineale presente nel cervello, la melatonina è un ormone deputato a regolare il ciclo sonno/veglia.

Tale molecola viene rilasciata nel sangue in modo ritmico, aumentando di sera al calare della luce e iniziando a diminuire già a partire dalle prime ore del mattino.

L’assunzione di melatonina, sotto forma di integratore e alla dose di 1 milligrammo al giorno la sera prima di coricarsi, risulta un’efficace strategia per combattere l’insonnia.

Inoltre, grazie alla disponibilità di forme farmaceutiche fast, che consentono un suo rapido assorbimento, oppure retard, che la rilasciano lentamente, la melatonina è in grado rispettivamente di risolvere le difficoltà di addormentamento e i frequenti risvegli notturni.

Per i disturbi del sonno collegati a fattori emotivi, traumi recenti, ansia da lavoro o da impegni impellenti e squilibri ormonali, come la menopausa, il vostro farmacista potrà consigliarvi rimedi che sfruttano la sinergia d’azione della melatonina e di alcuni estratti vegetali.

Tra questi noti sono la withania, dall’azione rilassante sull’attività mentale, la melissa, il luppolo, la valeriana e il biancospino, dalla dimostrata efficacia calmante in caso di stress e agitazione.

 

L’IGIENE DEL SONNO

Per dormire bene e svegliarsi al mattino sereni e riposati, esistono alcune regole comportamentali che, se seguite con attenzione, rappresentano un’ottima alternativa ai sonniferi.

Innanzitutto, bisogna impegnarsi ad andare a letto e ad alzarsi sempre alla stessa ora anche nel fine settimana, non usando il sabato e la domenica come scusa per recuperare il sonno perduto.

Alle bevande nemiche del sonno, oltre a quelle ricche di caffeina, si aggiungono gli alcolici.

Vino, liquori e birra consumati prima di andare a letto, all’inizio sembrano favorire l’addormentamento, ma poi possono anche stimolare il risveglio notturno.

In camera da letto mantenete sempre una temperatura fresca sui 17-20°C, poiché il caldo è nemico del rilassamento.

Se ci si gira e rigira nel letto, contando le pecore senza alcun beneficio, meglio alzarsi e leggere un libro, guardare un film o ascoltare della musica rilassante.

E, infine, ricordarsi sempre che la camera da letto non è il soggiorno e, quindi, quando decidete di indossare il pigiama e sdraiarvi sotto le lenzuola lasciate fuori dalla porta il più possibile il lavoro, i compiti da finire, le bollette da controllare, e qualsiasi tipologia di cibo, fatta eccezione per una calda tisana rilassante.

 

di Barbara Ricciardi, farmacista

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