I DISTURBI AL FEMMINILE - Mia Farmacia
Automedicazione 05 Giugno 2023

I DISTURBI AL FEMMINILE

Alcuni pratici accorgimenti per proteggere le zone intime

In ambito ginecologico, bruciore, prurito e piccole perdite sono spesso ed erroneamente considerati sintomi di problematiche lievi e transitorie.

Sebbene spesso non collegati a infezioni o patologie più severe, questi disturbi non devono essere, tuttavia, sottovalutati, per evitare che si trasformino in fenomeni cronici e difficilmente trattabili.

Oltre al consulto del medico e al consiglio del farmacista, la conoscenza del proprio corpo e specifici comportamenti igienici si dimostrano efficaci strumenti, per contrastare le infiammazioni intime locali e i disagi ad esse collegati.

UNA QUESTIONE DI SENSIBILITÀ

La cute e le mucose dell’area genitale femminile sono più sensibili agli agenti esterni, rispetto ad altri distretti corporei.

L’esposizione di tali zone ad elementi chimici, come detergenti, deodoranti, sudore, urina, e ad elementi fisici, quali assorbenti, carta igienica oleosa, indumenti in fibra sintetica, può danneggiare la cute più sensibile, con la conseguente comparsa di irritazioni.

All’inizio, specie nelle fasi acute, si possono osservare erosioni superficiali, rossori e piccole ulcerazioni, mentre quando il problema viene a lungo trascurato si può giungere anche a un ispessimento della cute.

Quest’ultima condizione è più difficile da trattare e, pertanto, è sempre meglio non sottostimare i disturbi locali e cercare di intervenire al loro esordio, individuandone la causa.

In genere le infiammazioni occasionali sono facilmente controllabili con comportamenti igienici corretti e con l’ausilio di creme o detergenti a base di estratti vegetali lenitivi e cicatrizzanti, come la calendula, la malva, il tiglio, e idratanti ed calemollienti, come l’acido ialuronico, l’aloe e l’olio di mandorle.

Una situazione frequente di irritazione e bruciore dell’area genitale consiste, inoltre, nella cosiddetta vaginite atrofica della fase post-menopausale.

A causa di un progressivo calo degli estrogeni, la mucosa vaginale in menopausa tende ad assottigliarsi e atrofizzarsi.

In questo caso si osserva l’insorgenza di una forte secchezza che si dimostra particolarmente fastidiosa quando i genitali entrano in contatto con gli indumenti oppure durante i rapporti sessuali.

Creme idratanti da usare più volte al giorno oltre a gel o ovuli lubrificanti, nel corso dell’attività sessuale, rappresentano i primi rimedi da poter utilizzare, ma se il problema diventa più severo, il medico potrà anche prescrivere terapie farmacologiche locali a base di ormoni.

CONSIGLI COMPORTAMENTALI

La biancheria intima può essere causa di infiammazioni e perdite anomale, specie se è colorata e realizzata con fibre sintetiche.

Meglio, quindi, utilizzare biancheria bianca e di puro cotone, da risciacquare accuratamente dopo ogni lavaggio, per rimuovere qualsiasi traccia di sapone.

Attenzione poi a non indossare mutandine ancora bagnate, poiché possono favorire la comparsa di irritazioni e infezioni, a causa del microclima caldo-umido che si genera localmente.

Per quanto riguarda gli abiti in genere, si sconsiglia di indossare indumenti non traspiranti, pantaloni attillati e collant, specie per molte ore durante il giorno, poiché possono essere responsabili di sudore e sfregamento.

Prurito vulvare e forti irritazioni sono, inoltre, spesso riconducibili all’utilizzo degli assorbenti.

Anche il loro ricorso troppo frequente, come per esempio dei proteggi slip durante il periodo intermestruale, a causa di fenomeni di spotting e leucorrea, può dar luogo a reazioni irritative.

In questi casi è consigliabile provare a utilizzare gli assorbenti in garza di cotone, traspirante e ipoallergenica.

UNA IGIENE CORRETTA

Quando si effettua la detersione dei genitali è bene usare prodotti adatti alla propria età.

L’alterazione dell’ambiente vaginale, a causa dell’utilizzo di detergenti non adeguati, è la causa più frequente di infiammazioni.

Molte donne, infatti, riferiscono di sentirsi decisamente meglio, dopo aver cambiato il detergente intimo.

Il pH vaginale si modifica nel corso della vita, tendendo al neutro in età prepuberale e in menopausa, e divenendo leggermente acido durante gli anni fertili.

Il detergente ideale deve, quindi, essere formulato in modo tale da avere un pH intorno 7, ossia neutro, quando utilizzato da bambine e donne in menopausa, mentre con un valore pari a circa 4-4,5, ossia acido, durante l’età fertile.

Anche il modo in cui effettuare il lavaggio deve avvenire in modo preciso, per evitare l’insorgenza di irritazioni.

In particolare si rende necessario procedere dall’avanti all’indietro, per evitare che microorganismi presenti nelle feci, giungano in prossimità della vagina, causando infezioni.

Inoltre, è indispensabile risciacquare la zona con cura, per evitare che residui di detergente rimangano sulla mucosa.

Un comportamento da evitare consiste nell’utilizzo frequente e ingiustificato delle lavande vaginali interne, specie dopo il mestruo.

Le perdite vaginali, quando non patologiche, così come la flora batterica locale detergono fisiologicamente l’ambiente vaginale.

Risulta, pertanto, inutile ricorrere ad ausili esterni che possono, invece, alla lunga indebolire le difese immunitarie locali e trasportare batteri dall’esterno verso l’interno del corpo.

Infine, meglio evitare l’utilizzo frequente di spray deodoranti e fazzoletti igienici profumati.

Piuttosto effettuare qualche lavaggio in più con un detergente delicato, poco schiumogeno e contenente estratti vegetali, come la melaleuca, la salvia e il timo, dall’azione antisettica e dotati naturalmente di una gradevole profumazione.

Un consiglio per chi viaggia spesso?

Ricordarsi di portare con sé il proprio detergente intimo, evitando così di dover utilizzare quello degli alberghi, che in genere non è specifico.

CISTITE

Uno dei motivi più frequenti per cui le donne si recano in farmacia consiste nella richiesta di un rimedio per la cistite, una patologia infiammatoria che colpisce la vescica e che si caratterizza per la necessità di urinare frequentemente e per la presenza di dolore e bruciore durante la minzione.

La cistite può essere infettiva se è causata da microorganismi oppure non infettiva, come nel caso della cistite interstiziale, da radioterapia, da farmaci e sostanze chimiche.

Circa il 25-30 per cento delle donne dichiara di aver sofferto almeno una volta nel corso dell’anno di questa patologia.

Il principale batterio responsabile della cistite è l’Escherichia coli, presente nell’intestino, che può contaminare le vie urinarie, risalendo lungo l’uretra fino alla vescica.

La terapia più frequente in caso di cistite acuta è la somministrazione di farmaci antibiotici, prescritti dal medico, dopo avere effettuato l’esame delle urine con urinocoltura, che consente di individuare il batterio responsabile dell’infezione.

Quando la sintomatologia non si presenta particolarmente severa si può, invece, ricorrere a rimedi naturali da soli o in associazione, come gli estratti di mirtillo rosso americano, di semi di pompelmo, di uva ursina e il D-mannosio, dotati di attività antimicrobica.

COME EVITARE LE RICADUTE DA CISTITE

  • Lavarsi sempre prima e dopo l’attività sessuale.
  • Assumere fibre alimentari, per favorire un’evacuazione corretta.
  • Assumere ciclicamente prodotti naturali a base di estratto di mirtillo rosso americano, che protegge la superficie interna della vescica dall’attacco dei batteri.
  • Bere almeno due litri di acqua al giorno.
  • Non trattenere l’urina, poiché il suo ristagno in vescica può causare la proliferazione di batteri.
  • Non consumare troppe bevande e alimenti zuccherati, che favoriscono la proliferazione batterica.

 di Barbara Ricciardi, farmacista

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